(quasi) Fuori tempo massimo

“In qualsiasi momento tu accenda la radio, sentirai le ultime note della tua canzone preferita” ha scritto Arthur Bloch, umorista e scrittore statunitense. Siamo arrivati all’ultimo momento utile anche nell’affrontare il cambiamento climatico, come in questa battuta ispirata alla Legge di Murphy? Ne ho parlato proprio in radio, nel format globale universitario Campus Party Spotlight, intervistato da Enrico Schleifer dell’associazione RadUni. 

A giudicare dal Climate Clock, l’orologio che scandisce la distanza che ci separa dall’inizio di cambiamenti irreversibili e devastanti, qualche nota della canzone la sentiremo ancora. E, aggiungo io, potrebbe fare la differenza per il futuro del nostro pianeta. 

Il fatto è che ci siamo colpevolmente distratti e abbiamo perso tantissimo tempo: negli ultimi 25 anni abbiamo consumato il 10 per cento della flora e della fauna di questo pianeta. Abbiamo sviluppato stili di vita insostenibili e rincorso la ricchezza al posto della prosperità, che è invece beneficio condiviso per tutti, gli altri esseri umani e gli ecosistemi in cui viviamo. Dobbiamo finalmente sintonizzarci e agire sui temi della circolarità, della sostenibilità e della difesa dell’ambiente se non al momento giusto, che è ormai alle nostre spalle, almeno entro il tempo massimo. 

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