Stupor Mundi, il nostro docufilm con Michele Placido

Stupor Mundi arriva anche a Venezia, proprio nei giorni della 76esima Mostra del Cinema, e l’emozione è palpabile. Il documentario prodotto Banca Mediolanum per il progetto Centodieci e ideato insieme a Michele Placido, sembra trovare al Lido la sua collocazione naturale: un festival del cinema che fa del dialogo tra culture differenti uno dei suoi punti di forza. «Essere qui è un sogno, sono felice che un festival così prestigioso riconosca l’importanza del nostro lavoro», osserva prima che la presentazione ufficiale abbia inizio. «Banca Mediolanum crede fortemente nella cultura come veicolo per diffondere messaggi importanti e universali. Il ruolo del privato è fondamentale nella costituzione di una nuova narrazione sui temi che ci stanno a cuore, in un percorso di dialogo condiviso».

Stupor Mundi è un film che promuove il dialogo tra culture

“Dialogo” è la parola che ricorre più spesso nella conversazione condotta dal critico cinematografico e rettore dello IULM di Milano Gianni Canova insieme allo stesso Michele Placido e direttore Innovazione Value Strategy e Sustanability di Banca Mediolanum Oscar di Montigny prima della proiezione dell’opera. Ed è anche la definizione sintetica ma puntuale del modello politico di Federico II, figura al centro del film e simbolo del progetto portato avanti da Banca Mediolanum.

Come nasce il progetto 

«La storia di Stupor Mundi nasce dieci anni fa, quando ho lanciato questa iniziativa che ho voluto in prima persona, fortemente», spiega Oscar di Montigny. «La mia idea era quella di investire sui valori che orientano le vite degli esseri umani, e che negli ultimi tempi sembravano dimenticati. Io credevo fin da allora che sarebbe iniziata un’epoca in cui avremmo sentito la necessità di nutrire la nostra vita di questi valori: ora, finalmente, la stiamo vivendo.

L’incontro con Michele Placido

Il progetto di Centodieci e Banca Mediolanum conta già più di seicento eventi in tutta Italia, capaci di coinvolgere persone che quei valori li avevano incarnati, e che dunque potevano raccontarli a tutti: da Patch Adams a Tara Gandhi, nipote del Mahatma. Poi, nel 2018, è arrivata la grande occasione di Palermo capitale della cultura. Lì abbiamo organizzato nove eventi dedicati alla bellezza di quel luogo, in ogni campo: dall’architettura al cibo. Per la sezione dedicata a cinema e teatro, abbiamo subito pensato al maestro Michele Placido. E con lui ci siamo incontrati sulla centralità della figura di Federico II. Abbiamo capito che l’idea sarebbe potuta diventare un film».

 

La centralità della figura di Federico II

Michele Placido non è Federico II nel film, ne narra le imprese e si pone, appunto, in un dialogo serrato con lui. Ma del monarca più avanguardista del nostro Sud incarna spirito e visione. «Io sono nato in Puglia, dove Federico è vissuto a lungo, con la sua corte che metteva insieme cristiani, saraceni, ebrei. È un modello politico che sorprende ancora oggi, visto che purtroppo viviamo in tempi che tendono a dividere popoli e religioni. Federico andava controcorrente: la Chiesa di Roma, che osteggiava il dialogo tra le religioni alla base del suo governo, ha fatto sterminare la sua famiglia. Federico era anche un grande fautore della centralità delle donne nella società, che nessuno all’epoca professava».

Il legame di Stupor Mundi con Palermo 

A Palermo questo progetto è rimasto profondamente legato per il rapporto che si è instaurato tra la città, Banca Mediolanum e il progetto Centodieci. A portare i saluti del sindaco Leoluca Orlando c’è Fabio Corsini, responsabile delle attività del Cerimoniale del Comune di Palermo e responsabile della Palermo Film Commission, che traccia le analogie tra la città e il suo imperatore: «Palermo è una città che fa dell’accoglienza e della convivenza civile tra popoli una linea guida. Federico II lo aveva già compreso mille anni fa, noi proviamo a portare avanti il suo manifesto ancora oggi. Palermo è inclusiva, socialmente e culturalmente. Lo vivo tutti i giorni in prima persona: Palermo non lascia indietro nessuno, tutti hanno diritto di essere inclusi nella società. Perciò abbiamo accettato con gioia l’invito di Banca Mediolanum e Centodieci su questo progetto. È importante che pubblico e privato si uniscano attorno a questi valori».

Ripartire dall’arte

Federico II diventa dunque l’incarnazione stessa del progetto di Centodieci e Banca Mediolanum. «Oggi è centrale offrire prospettive di bellezza» è il messaggio di Oscar di Montigny. «Stiamo diventando sempre meno belli, perciò dobbiamo ripartire dall’arte, che è la forma più sublime di bellezza. E allenarci all’incontro con il diverso: in questo senso, la figura al centro di Stupor Mundi è l’esempio maestro».

Un progetto su Dante Alighieri

Michele Placido, che alla Mostra del Cinema di Venezia è di casa, si è speso anima e corpo in questo progetto. «Quando ho iniziato a parlare con Oscar e Chiara del documentario, ho subito sposato la loro direzione: mettere al centro un Federico giovane. Sono stati loro a proporre mio figlio Brenno per il ruolo, io sono rimasto nei panni di me stesso che intervista Federico, e forse un po’ lo diventa». Venezia è luogo di annunci importanti, e Placido confessa la nuova icona della cultura italiana da rileggere in futuro: Dante Alighieri. È il prossimo progetto dell’attore e regista insieme a Centodieci e Banca Mediolanum. Il prossimo stupore di fronte alla bellezza del mondo