E se il reddito diventasse “incondizionato”?

Venerdì 1° luglio scorso, in Galles è stato lanciato un esperimento da 20 milioni di sterline che distribuirà un reddito di base a un gruppo di circa 500 cittadini di diciotto anni, i quali percepiranno 1.600 sterline (circa 1.860 euro) al mese per un anno.

Si tratta del più recente tentativo per testare il concetto, molto dibattuto a livello globale, di reddito di base per un sostegno finanziario incondizionato, che alcuni economisti e politici da tempo promuovono come alternativa ai vari sistemi di welfare esistenti. Oltretutto, con molta probabilità si tratta della cifra in denaro più alta al mondo messa a disposizione in un progetto pilota del genere.

Meglio il reddito incondizionato o quello di sussistenza? 

I conservatori gallesi – scrive la Bbc – temevano che l’esperimento andasse a creare più problemi di quanti non ne potesse risolvere, Tuttavia, con l’iniziativa appena partita, il governo gallese vuole capire se, a parità di cifra rispetto al salario di sussistenza, il denaro corrisposto attraverso il reddito incondizionato invece non aiuti maggiormente i giovani a stabilizzarsi in una vita indipendente. Questo, sulla scorta di molti studi secondo le cui evidenze i giovanissimi che provano o sono costretti a vivere da soli, sono i cittadini con il rischio più alto di diventare persone senza fissa dimora e con problemi mentali.

Il primo ministro del Galles, Mark Drakeford, ha affermato che questo progetto pilota lanciato con scadenza 2025, potrebbe essere messo a terra su scala più ampia qualora i benefici attesi in linea teorica si dovessero realizzare anche nella pratica. Il governo si aspetta che i giovani che riceveranno il denaro del reddito di base, saranno in grado di prendere decisioni che risultino veri investimenti per il loro futuro, in ambiti come il lavoro e l’istruzione. Naturalmente tutti coloro che partecipano al programma avranno a disposizione consigli e orientamento per almeno due anni. Ciò non di meno un programma del genere finirà per pesare meno sulle tasche dei contribuenti.

 

Gli altri esperimenti in California, Finlandia e Kenya

Oltre a quello gallese, esperimenti simili sono stati fatti in tutti il mondo e in particolare in California, in Finlandia, in Kenya, proprio allo scopo di vedere se un reddito di base universale possa essere più funzionale sotto ogni aspetto rispetto ad altre tipologie di welfare. E proprio il 25 giugno scorso si è chiusa la campagna di raccolta firme a livello europeo per indire un referendum sulla sua erogazione. La qual cosa ha riacceso i riflettori sul tema evidenziando ulteriormente quanto sia profonda la spaccatura ideologica tra chi è favorevole e chi invece è contrario.

I primi ritengono ovviamente che la misura aiuterebbe a ridurre le diseguaglianze economiche e sociali stimolando i consumi di base e permettendo spese essenziali e ridistributive come la formazione scolastica, contrasterebbe l’emorragia occupazionale data dalla digitalizzazione e spingerebbe le persone a non accontentarsi per necessità del primo posto di lavoro disponibile ma permettere loro la ricerca del posto di lavoro più appagante. I contrari ritengono invece che un reddito offerto a tutti lascia immutate le diseguaglianze, causa l’aumento della ricchezza globale e della conseguente inflazione, distrarrebbe dalla ricerca di un lavoro.

Nelle parti del mondo dove è già realtà, come in Finlandia, è accaduto che coloro che hanno ricevuto il reddito base universale hanno ripreso a studiare volontariamente e si sono formati acquisendo maggiori competenze. Ma prima di lasciarci attrarre dall’uno o dall’altro schieramento, il minimo che dovremmo fare è sapere di cosa si tratta esattamente. Partendo da un presupposto cruciale: singole esperienze su piccola scala non necessariamente sono in grado di rappresentare accuratamente l’effettivo impatto sistemico di una simile misura su larga scala. Stiamo parlando di quella che sarebbe una vera e propria rivoluzione nello stile di vita, nei comportamenti e nella visione del mondo e del lavoro di milioni e milioni di persone. E dunque, benché sulla carta ci sia chiaro di cosa tratti, forse al momento non siamo davvero in grado di ipotizzare adeguatamente tutte le miriadi di conseguenze individuali e collettive di un reddito incondizionato per tutti. Basteranno esperimenti come quello gallese a far luce sulla gran parte delle conseguenze di una simile rivoluzione?   

 

Reddito incondizionato universale: la sua definizione 

“Il reddito di base incondizionato non deve sostituirsi allo Stato sociale, ma piuttosto completarlo e trasformarlo da uno Stato sociale assistenziale in uno Stato sociale emancipativo.

Il reddito di base incondizionato è definito dai seguenti quattro criteri:

Universale: il reddito è versato a tutti, senza una valutazione delle risorse individuali. Non è soggetto a limiti di reddito, risparmio o patrimonio. Ogni persona, indipendentemente dall’età, dal ceto, dalla cittadinanza, dal luogo di residenza, dalla professione, ecc., ha il diritto di ricevere tale prestazione. Rivendichiamo pertanto un reddito di base incondizionato e garantito in tutta l’UE.

Individuale: chiunque – donna, uomo o bambino – ha il diritto al reddito di base incondizionato su base individuale, poiché si tratta dell’unico modo per garantire la privacy e impedire il controllo da parte di altre persone. Il reddito di base incondizionato deve essere indipendente dallo stato civile, dalle forme di convivenza o dalla configurazione familiare, oppure dal reddito o patrimonio di altri conviventi o familiari. Ciò consente ai singoli di decidere in autonomia.

Incondizionato: in quanto diritto umano e giuridico, il reddito di base incondizionato non è soggetto a nessuna condizione preliminare, che sia l’obbligo di svolgere un’attività lavorativa retribuita, di dimostrare la volontà di lavorare, di svolgere un lavoro socialmente utile o di comportarsi secondo ruoli di genere predefiniti.

Sufficiente: l’importo dovrebbe consentire un tenore di vita dignitoso, corrispondente alle norme sociali e culturali del paese interessato. Dovrebbe prevenire la povertà materiale e offrire l’opportunità di partecipare alla vita sociale. Ciò significa che l’importo netto del reddito di base incondizionato dovrebbe essere almeno superiore alla soglia di povertà secondo le norme dell’UE, vale a dire corrispondere al 60% del cosiddetto reddito medio netto equivalente nazionale. Nei paesi in cui i redditi sono per lo più bassi e, di conseguenza, anche il reddito medio non è alto, per determinare l’importo del reddito di base si dovrebbe utilizzare un valore di riferimento alternativo (ad esempio un paniere di beni e servizi), al fine di garantire una vita dignitosa, la sicurezza materiale e la piena partecipazione alla vita sociale.

L’introduzione del reddito di base incondizionato costituisce una misura cruciale per poter conseguire gli obiettivi della dignità umana, della libertà e dell’uguaglianza che figurano nei testi fondamentali dell’Unione Europea:

Trattato sull’Unione europea (TUE)

Articolo 2

L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.”

Il reddito di base incondizionato definito dai suoi quattro criteri s’ispira a tutti i valori sopra elencati. Garantisce la sicurezza materiale e la piena e incondizionata partecipazione alla vita sociale, associate all’uguaglianza di tutti gli individui.

Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea

Articolo 1 Dignità umana

“La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata.”

La dignità della persona deve comprendere la possibilità di vivere liberamente e in modo responsabile nella società. Il reddito di base incondizionato concede a ciascun individuo questa libertà e responsabilità, eliminando i vincoli esistenziali e amministrativi, nonché la possibilità di essere esclusi dalla vita sociale. Aiuta i cittadini a identificarsi con l’Unione europea e ne garantisce i diritti politici. Sostiene la realizzazione dei diritti fondamentali. “La dignità della persona umana non è soltanto un diritto fondamentale in sé, ma costituisce la base stessa dei diritti fondamentali.” (Spiegazione ufficiale dell’articolo 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea). 

Riconoscere un reddito di base incondizionato a tutti i cittadini rappresenterebbe un segnale forte del fatto che l’UE prende sul serio il diritto a “un’esistenza dignitosa”.

Articolo 5

Proibizione della schiavitù e del lavoro forzato

“2. Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o obbligatorio.”

Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, per lavoro forzato o obbligatorio s’intende qualsiasi lavoro o servizio preteso da una persona sotto la minaccia di una punizione e per il quale detta persona non si sia offerta spontaneamente. (OIL, Convenzione sul lavoro forzato, 1930, n. 29). In molti degli attuali regimi di reddito minimo e sistemi previdenziali le prestazioni possono essere revocate a determinate condizioni. Il reddito di base incondizionato abolisce tali pratiche, che costringono i beneficiari dell’assistenza (all’occupazione) condizionata ad accettare un lavoro che altrimenti avrebbero rifiutato.

Articolo 6

Diritto alla libertà e alla sicurezza

“Ogni persona ha diritto alla libertà e alla sicurezza.”

Il reddito di base incondizionato sostiene la libera scelta degli stili di vita personali, dell’organizzazione delle relazioni sociali e dell’impegno in campo sociale ed economico. Questa libertà determina un senso di responsabilità per il benessere degli altri. Insieme alla tutela offerta dagli attuali sistemi previdenziali, il reddito di base incondizionato costituisce la migliore garanzia di sicurezza finanziaria in caso di malattia e disoccupazione.

Articolo 15

Libertà professionale e diritto di lavorare

“1. Ogni persona ha il diritto di lavorare e di esercitare una professione liberamente scelta o accettata.”

Il reddito di base incondizionato agevola l’esercizio di una professione liberamente scelta o almeno considerata accettabile. In molti degli attuali sistemi previdenziali la necessità di beni e servizi materiali indispensabili per la sopravvivenza, insieme a diversi vincoli amministrativi, limita la libertà di scegliere un’occupazione e costringe le persone ad accettare lavori inadeguatamente retribuiti.

Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)

Articolo 5

“L’Unione può prendere iniziative per assicurare il coordinamento delle politiche sociali degli Stati membri. “

Le politiche sociali degli Stati membri possono essere coordinate per evitare di abbassare gli standard sociali. L’introduzione di un reddito di base incondizionato, corrispondente ai quattro criteri definiti sopra, potrebbe essere una misura comune a tutti gli Stati membri. La responsabilità di adattare il reddito di base incondizionato ai sistemi sociali nazionali esistenti spetta agli Stati membri.

Esistono numerosi studi che illustrano diverse modalità per introdurre (gradualmente) e finanziare il reddito di base incondizionato. Nella presente iniziativa dei cittadini europei ci asteniamo dal suggerirne una in particolare.”