Care aziende, siamo arrivati al Punto 0

«Per migliorare bisogna cambiare, quindi per essere perfetti occorre cambiare spesso», diceva Winston Churchill. Intorno a me non vedo tanta volontà di cambiare. Vedo invece una sempre più ricorrente tendenza a lamentarsi, senza che però vi sia una altrettanto ricorrente proposta di soluzioni. Dobbiamo lasciare la periferia e tornare al cuore, dove non ci sono più ‘solo Io’ ma ‘Io e tutto l’insieme di cui Io sono parte integrante’. Il punto 0.

Nelle imprese dobbiamo domandarci come riuscire a ricollegare il successo dell’azienda al progresso sociale. Molto presto il vero valore da perseguire non sarà più soltanto la responsabilità sociale, la filantropia, o anche la semplice sostenibilità, ma l’individuazione di un modo nuovo per raggiungere quel successo economico che è necessario alla sopravvivenza di un’impresa e alla produzione di un surplus, il profitto, che una volta rimesso in circolo genererà altro benessere per l’insieme.

Dobbiamo spingere verso il declino il tempo “dell’accumulo” e contribuire ad avviare il tempo della “condivisione”. Già da qualche anno un numero crescente di aziende note, ad esempio General Electric, Google, IBM, Intel, Johnson&Johnson, Nestlé, Unilever, Wal-Mart, hanno fatto notevoli sforzi per creare un valore condiviso e contribuire, quindi, a una specie di riconciliazione tra la società civile e le performance aziendali. Eppure, la curva di sviluppo di questa sensibilità da parte di molte altre aziende è ancora bassissima. Forse perché chi dovrebbe promuoverla è lo stesso che ha più da perdere da questa eventuale adozione?

Ai dirigenti e agli amministratori deve essere chiesto con forza di acquisire nuove competenze, conoscenze, sviluppare maggiore sensibilità per individuare, e possibilmente anticipare, le esigenze della società, soddisfacendoli. Le aziende di domani dovranno possedere una maggiore comprensione delle vere nuove basi della produttività aziendale, indagare la possibilità di coesistere nella società abbattendo la barriera che ancora difende i confini tra profit, low-profit e no-profit, portandoli a ridosso di quanto io, nell’Economia 0.0, ho definito Right Profit.

Le imprese sono la principale forza che abbiamo a disposizione per affrontare le questioni urgenti che si pongono quotidianamente di fronte a noi e su scala planetaria. Il momento per una nuova concezione del capitalismo è ora. Non domani. Ora! Le Mission delle aziende devono essere ridefinite per guidare il business alla creazione di valore anche da ri-condividere e non più solo da accumulare. Questo, più di tutto, faciliterà la prossima ondata d’innovazione e la crescita della produttività nell’economia globale.

Per chi è imprenditore, così come per chi è manager, dirigente o impiegato, imparare a creare valore condiviso sarà la migliore occasione per legittimare il business a cui si dedica tutti i giorni, oltre che per dare più senso alla propria vita.