“Oggi se pensi sei un problema”, la provocazione al Festival del Lavoro

"Io ringrazio il buon popolo italiano che sta aiutando i migranti nonostante alcuni politici siano contrari. Mi meraviglio che non abbiano imparato niente dal Muro di Berlino, ma decidano di erigere altri muri”. Questo è il messaggio, forte e tenero contemporaneamente, che il Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, ha voluto condividere con la platea dei convenuti al Festival del Lavoro che si è svolto a Milano la scorsa settimana registrando numeri da record sia in termini di iniziative e tavoli di lavoro, sia di presenze. Una prospettiva, questa sulla demografia e sui fenomeni migratori, che condivido in larga parte in quanto ritengo profondamente inadeguato fronteggiare con misure solide, di contenimento, una realtà liquida come quella in cui ci troviamo fortunatamente a vivere. Una prospettiva che anch’io ho rappresentato in maniera strutturata con il mio intervento fatto nella seconda giornata della kermesse. Tuttavia, dovendo e volendo scegliere un tag per raccontarne i contenuti, sceglierei questo: “Oggi se pensi sei un problema”. Che poi è uno dei titoli pubblicati nella rassegna stampa successiva, ed è tra tutti, quello che preferisco in quanto, in cinque semplici parole, esprime la perfetta sintesi della realtà attuale che ho voluto raccontare alla platea degli spettatori, ma anche il punto di partenza da cui li esorto a muovere i loro prossimi passi per cambiare non solo il proprio scenario individuale e professionale, ma l’intero contesto del mondo in cui operano, quello dei consulenti del lavoro, e tutto il sistema aziendale. L’auspicio è che ciascuna delle 12mila persone che hanno affollato le sale del Mi.Co. nella tre giorni milanese, contagi a sua volta la propria sfera d’azione con quel virus benefico che si chiama innovazione. È tempo di una nuova prospettiva, Sferica: 0.0