Il lato oscuro delle ricerche su Google

È una notizia di pochi giorni fa quella che vede Google nelle vesti di benefattore nei confronti di tutte quelle persone che in questo momento di crisi cercano aiuti e suggerimenti su come risparmiare energia elettrica e gas.

L’inverno è alle porte – cito testualmente un articolo pubblicato online – le bollette quest’anno rischiano di essere particolarmente salate e l’aumento dei costi è ormai il tema più caldo nei discorsi della gente in Europa. Si pensi che in Belgio ricerche del tipo come risparmiare gas sono cresciute su Google del 5.000% in un anno, e query come costi riscaldamento ormai imperversano tra le pagine di Big G. Insomma, in Europa ci si rivolge agli algoritmi di Google per cercare di capire come risparmiare qualche euro sul riscaldamento in vista della stagione fredda. Per questo motivo l’azienda di Mountain View propone da oggi un inedito strumento per permettere alle persone di trovare informazioni pertinenti e utilizzabili per aiutarle a superare questa crisi e risparmiare energia”. In pratica, chi digita “crisi energetica”, “prezzo energia” o “come risparmiare energia” troverà una serie di informazioni specifiche suddivise in Panoramica, Notizie Locali e Notizie, con relativi link ad articoli specifici e a suggerimenti forniti direttamente dalla International Energy Agency.

 

“Google, come si picchia una donna?”

In quanto motore di ricerca, Google è per sua stessa natura algido, anonimo e senza remore. Dunque un interlocutore privilegiato di chi cerca risposte che non è capace, o peggio non è disposto, a trovare nella dimensione offline e pubblica. Per questo le ricerche su Google ci raccontano anche svariati volti nascosti e preoccupanti della nostra penisola. Come picchiare una donna o come preparare la droga dello stupro sono alcune delle ricerche svolte su Google in Italia negli ultimi 12 mesi.

“La rete è lo specchio dei pensieri delle persone anche su temi molto importanti e delicati come la violenza”, ha spiegato l’agenzia AvantGrade, che in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre scorso, ha indagato sul tema portando alla luce non solo la natura sconcertante delle ricerche, ma anche che di anno in anno questo genere di ricerca fa registrare volumi sempre in crescita.

L’indagine mostra anche una possibile premeditazione riguardo la violenza sulle donne. Ad esempio, in un anno la frase se un uomo picchia una donna cosa rischia è stata cercata 3.120 volte seguita da come picchiare una donna senza che nessuno se ne accorga. Un dato ulteriore, forse il più scioccante, riguarda le ricerche su come stuprare: 840 in un anno, un numero che deve far riflettere e che mostra una certa propensione a commettere il reato. Così come anche le ricerche sulla droga dello stupro, occorse 118.800 volte in un anno, oppure droga dello stupro come si fa, cercata 1.080 volte.

 

In Italia 33 mila donne cercano sul web come difendersi da un uomo violento

L’altro lato della medaglia di questa sconvolgente ondata è il numero crescente di ricerche che chiedono come difendersi dalla violenza e da un uomo violento. Ebbene sì, nella nostra Italia solo quest’anno ben 33mila persone hanno posto a Google domande del tipo: uomo violento cosa fare, come comportarsi con un uomo violento e come allontanare un uomo violento.

Lo studio di AvantGrade registra anche ricerche più specifiche relative a situazioni coniugali difficili. Tra quelle più frequenti, segnala mio marito quando beve diventa cattivo (3.840 ricerche in un anno), mio marito ha scatti d’ira (2.520 volte l’anno) e mio marito mi picchia (2.040 volte l’anno).

“I dati sono ancora più allarmanti fuori dalle mura domestiche – sottolinea la ricerca – e potrebbero riguardare coppie più giovani: la conferma arriva in particolare dalla frequenza della domanda è normale che il mio ragazzo mi picchi? Che è cercata 7.080 volte l’anno. Il bisogno di sicurezza d’altro canto si evince anche dalle ricerche circa i metodi per difendersi: spray al peperoncino è la ricerca più frequente, con un volume pari a 177.600 ricerche in un anno, ma anche corso difesa personale femminile è cercata 2.040 volte l’anno.

Alla luce di questi dati profondamente disturbanti, mi auguro sinceramente che in futuro Google e tutte le altre aziende di pari peso e importanza decidano di vestire il ruolo di paladini in opere di soccorso sociale non soltanto per gestire i rincari delle materie prime e dell’energia, ma anche in battaglie ben più alte, come quella contro la violenza sulle donne. Un atto di buona volontà e di impegno potrebbe per esempio essere quello di fornire alle autorità un identikit anonimo del profilo socio-demografico di chi utilizza il web e le informazioni che vi circolano per addestrarsi a commettere violenza.