Mentre al Louvre venivano rubati i gioielli di Napoleone, compiendo un furto clamoroso dei segni del potere dei vecchi re, in America milioni di persone protestavano in massa contro i nuovi re, gridando NO KINGS! contro i nuovi imperatori digitali.
Nello stesso istante in cui un potere antico perdeva la propria corona, un’altra forma di potere — artificiale, mediatico, ipnotico — incarnata da Donald Trump e dai suoi sodali, cercava di incoronarsi da sé.
Se tutto questo fosse un sogno, ci direbbe che viviamo una tensione profonda tra il desiderio di ordine simbolico — le corone, i musei, gli imperatori, il bisogno di un senso calato dall’alto — e la spinta crescente verso libertà, autodeterminazione e coscienza.
Ma finché continueremo a combattere sul piano razionale chi opera sul piano simbolico, continueremo a perdere. Perché la battaglia non è più di logiche, ma di immaginari.
Qualcuno, tuttavia, ha iniziato a rispondere su quello stesso piano, usando l’arma più inaspettata: la gioia radicale. Nasce così Operation Inflation, un movimento che distribuisce costumi gonfiabili ai manifestanti, incarnando il motto: “Il più grande atto di resistenza all’oscurità è la gioia radicale.”
Davanti a un poliziotto in assetto antisommossa, un dinosauro che saltella o un unicorno che danza fanno crollare la narrazione del “manifestante cattivo”. La risata, l’assurdo, il gioco, dissolvono la paura. È forse la prima risposta davvero efficace al potere dell’ipnosi mediatica: non la violenza, ma la discontinuità del sogno.
Eppure, pur riconoscendo la forza simbolica di questi gesti, non posso essere del tutto d’accordo. Perché se anche la resistenza scende nel “mondo dei sogni” per combattere la tirannia, significa che la tirannia sta ancora scegliendo lei il campo di battaglia, il linguaggio e il codice dello scontro. E sta vincendo, perché ci trascina nel suo terreno: quello dell’illusione.
Come invece insegna Sun Tzu ne 'L’Arte della guerra' — il più antico e ancora il più profondo trattato di strategia, non solo militare ma spirituale —: “Colui che prende posizione per primo sul campo di battaglia, in attesa del nemico, sarà pronto e a suo agio.”
E oggi, il campo di battaglia è la coscienza.
Non è più una guerra di armi o di simboli, bandiere e slogan, ma di frequenze, immagini, vibrazioni.
Chi domina i simboli, domina le menti.
Chi orienta le menti, controlla la realtà.
Ma se scendiamo a combattere dentro il sogno imposto — dentro la 'matrix' — stiamo già giocando con le loro regole.
Non si vince restando nell’illusione: si vince risvegliandosi dall'illusione, tornando al Centro, e da lì, come in "Matrix", rientrando in essa consapevoli, risvegliati, per liberare gli altri.
È ciò che fecero Gandhi, Mandela e Martin Luther King: non accettarono mai il campo scelto dall’oppressore, e spostarono la battaglia sul piano dell’Anima e del senso profondo dell'esistenza. Trasformarono la resistenza in coscienza, la rabbia in compassione, la paura in forza morale.
Vinsero non distruggendo il nemico, ma dissolvendo la sua ombra con la luce della verità.
Scelsero il campo invisibile della coerenza, e da lì mossero il mondo intero.
Oggi quel campo è dentro ognuno di noi.
Ogni mente lucida, ogni cuore centrato, ogni azione consapevole è un atto di rivoluzione sferica.
Chi governa con l’ipnosi vuole trascinarci nel sogno; chi si risveglia riconosce il sogno per ciò che è, e sceglie di restare desto, vigile, presente.
Perché la vera rivoluzione non è re-agire contro qualcuno, ma agire verso qualcosa: verso il Centro, verso la Sfera, verso la coscienza che unisce spirito e materia, individuo e collettivo, ordine e libertà.