La sfida del nuovo parlamento EU: il decollo della finanza sostenibile

Le Elezioni Europee sono ormai alle spalle. Ben oltre la valutazione dei risultati politici, ciò che davvero interessa milioni di Cittadini dell’Unione è ciò che effettivamente verrà realizzato nei prossimi mesi e anni. La domanda che mi sta più a cuore è se il nuovo Parlamento Europeo sosterrà il transito verso uno sviluppo realmente sostenibile, aumentando la leva della finanza e introducendo politiche illuminate.

E’ uno dei temi chiave che abbiamo affrontato nella giornata milanese del Festival dello Sviluppo Sostenibile organizzato da ASviS, a poche ore di distanza dall’appuntamento elettorale a cui sono stati chiamati tutti i cittadini dell’Unione, un argomento discusso anche in tutte le altre sedi aderenti alla Settimana Europea (ESDW).

Sullo sfondo, la forte presa di posizione del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sul legame tra appartenenza all’Unione Europe e effettiva possibilità di imboccare sentieri virtuosi. «L’Italia non deve incolpare l’Europa per la sua situazione economica di “disagio” perché se l’UE venisse considerata “un avversario” diventeremmo “più poveri”» ha affermato Visco nelle Considerazioni finali che accompagnano la Relazione annuale di Bankitalia per il 2018, avvenuta venerdì scorso.

«Addossare all’Europa le colpe del nostro disagio è un errore, non porta alcun vantaggio e distrae dai problemi reali. Saremmo stati più poveri senza l’Europa, lo diventeremmo se dovessimo farne un avversario».

L’appartenenza all’Unione Europea – secondo il governatore – è fondamentale per tornare su un sentiero di sviluppo stabile: è il modo che abbiamo per rispondere alle sfide globali poste dall’integrazione dei mercati, dalla tecnologia, dai cambiamenti geopolitici, dai flussi migratori.

La crescita istituzionale dell’Europa ha accompagnato quella economica di tutti i paesi del continente: ha aperto un mercato più ampio alle imprese e ai consumatori, reso disponibili maggiori fondi a sostegno delle aree svantaggiate, facilitato la cooperazione in campi strategici, garantito un quadro di stabilità monetaria.

 

In questo video, l’integrale del mio intervento al Festival dello Sviluppo Sostenibile:

È chiaro che l’Europa ha un ruolo chiave anche per far decollare la finanza sostenibile, tema sempre più di attualità anche in virtù dei numeri che lo sostengono: nel 2018 le masse in gestione hanno superato i 34 mila miliardi di dollari a livello mondiale di cui quasi la metà in Europa. E in Europa l’Italia è il terzo Paese per aumento degli investimenti dietro a Regno Unito e Francia. Ovviamente non basta. Servono altre iniziative e altri investimenti. Ma soprattutto serve una chiara volontà politica.

Non tanto, o meglio, non solo perché lo richiedono le persone, i cittadini: quasi l’85% degli italiani risulta a favore di politiche per lo sviluppo sostenibile. Quanto perché nel frattempo la Russia sta facendo enormi investimenti per aprire il passaggio marittimo a Nord, in mezzo ai ghiacci polari che si ritirano e la terraferma con ricchezze tutte da sfruttare. La Cina si ritrova per vicino il ricco artico e costruisce navi rompighiaccio armate di missili. Gli americani e i canadesi annunciano lo sviluppo di motoslitte “stealth” per trasportare truppe sulla calotta… Come dice James Hansen in una sua Nota: “pare che l’Artico valga ora più da morto che da vivo”.