Nella mappa semplificata del mondo siamo i peggiori: siamo i SERVI

C’è un’immagine che circola in rete: una “Mappa del Mondo Semplificata”. Cruda, grottesca, cinica. Il Nord America è “Buoni”, l’Europa “Servi”, l’Africa “Risorse”, l’America Latina “Droga e figa”, l’Asia “Cattivi”, l’Oceania di nuovo “Buoni”, l’Antartide: “Freddo”.

Fa ridere. Ma solo un attimo. Perché questa mappa, con tutta la sua violenza semantica, dice la verità che non osiamo dirci ad alta voce: questo è l’immaginario dominante con cui il potere mondiale legge il pianeta. Una semplificazione brutale che diventa ideologia.

E l’ideologia, quando entra nei radar del potere, diventa strategia. Guerra.

E infatti, mentre scrolliamo queste immagini, la realtà si incendia. Gli Stati Uniti hanno attaccato l’Iran. Tre impianti nucleari colpiti: Fordow, Natanz, Isfahan. Trump annuncia trionfante che “uno degli aerei ha sganciato un carico completo di bombe”, che gli impianti “sono stati completamente distrutti”. Washington comunica a Teheran che non intende cambiare regime, ma che, se non si arriva alla pace, le “tragedie saranno molto più gravi”.

Non si tratta di difesa. È potere allo stato puro. Proiezione militare. Controllo del futuro energetico e geopolitico del mondo. Il Congresso statunitense era informato… ma solo i repubblicani. I democratici, esclusi. Anche questo è un segnale: la guerra si fa senza più nemmeno fingere il pluralismo democratico.

L’Iran risponde: denuncia la violazione della Carta ONU, invoca il Consiglio di Sicurezza, ribadisce che “si riserva ogni opzione per difendere i propri interessi”. Intanto, dichiara che i materiali sensibili erano già stati rimossi. La guerra per ora è ancora guerra simbolica. Ma quanto durerà?

Il giorno prima, Israele ha assassinato l’ennesimo scienziato nucleare iraniano, Ali Bakhoi Kathrimi, insieme alla moglie e ai suoi due figli. È il quattordicesimo. E c’è chi, dalle nostre parti, applaude. Esulta. Cresciuto in un immaginario fatto di eroi assassini, agenti speciali, giustizieri. Non è solo ignoranza: è deformazione spirituale.

E allora immaginiamo un esperimento mentale: e se, durante il Progetto Manhattan, la Germania nazista avesse inviato killer a uccidere Oppenheimer, Fermi, Einstein, Szilard… con le loro famiglie? Come li chiameremmo oggi? Eroi? O mostri?

Il problema non è l’Iran. Non è Israele. Non sono gli Stati Uniti. Il problema è che abbiamo smarrito l’umanità.

Abbiamo costruito un mondo bipolare, dominato da Linee di Potere: da un lato un Occidente egemonizzato dagli Stati Uniti, compatto nel sostenersi in ogni guerra, ovunque; dall’altro, un mondo che cerca solo di non essere assoggettato. Russia, Cina, Iran, Venezuela, Corea del Nord, Sudafrica… potenze imperfette, ma con una sola ideologia in comune: la sovranità. Non vogliono dominare il mondo. Vogliono sopravvivere secondo le proprie regole. Eppure noi li chiamiamo “Cattivi”. E ci autorizziamo a distruggerli.

L’Occidente è un impero che si crede democrazia, un apparato bellico che si crede paladino dei diritti.

Abbiamo interiorizzato un pensiero dissociato: difendiamo la libertà bombardando città. Difendiamo i diritti delle donne iraniane… cancellando interi quartieri. Ci scandalizziamo se un paese vuole dotarsi di armi atomiche, mentre ne possediamo migliaia, pronte a essere usate.

Abbiamo tradito la nostra stessa cultura: razionalismo, diritto, giustizia, verità. Tutto svenduto al potere della Forza. Forza del capitale. Forza militare. Forza come unico criterio di legittimità.

E il resto del mondo ci vede per quello che siamo: un impero moralmente fallito, che predica giustizia e pratica la legge del più forte.

La verità è che la nostra parola non vale più niente. E noi europei siamo il peggiore dei mix di tutte quelle categorie mondiali: siamo cattivi ma non lo ammettiamo, non siamo affatto buoni nonostante tali ci dichiariamo, ci piace la droga e la figa ma siamo moralisti, non abbiamo risorse ma ne vogliamo a piacere e senza compromessi o misura. Ma soprattutto siamo i peggiori dei servi. In quello …sì, siamo proprio bravi.

Ed è qui che la mappa semplificata torna a parlarci. Non con ironia, ma con urgenza. Quella mappa va distrutta e riscritta. Ma per farlo dobbiamo prima riscrivere la mappa dentro di noi.

Serve una rivoluzione. Una rivoluzione dello sguardo. 

Non basta analizzare, indignarsi, condividere un post. Serve discernimento. Serve coscienza. Serve responsabilità spirituale individuale.

Perché ogni sistema di dominio può esistere solo con il consenso, l’inerzia, la pigrizia mentale dei suoi servi.

Non è più tempo di restare neutrali, di fare da spettatori. È il tempo di scendere in campo, di scegliere da che parte stare.

Non fra i Buoni o i Cattivi. Ma fra chi risveglia l’umano e chi lo spegne. Fra chi sente il dolore del mondo, e chi si protegge nell’indifferenza. Fra chi costruisce un futuro fondato sull’equilibrio, sull’armonia, sulla Sfera… e chi continua a calpestare la vita in nome del profitto e del dominio.

Risvegliamoci! Rifiutiamo la mappa del potere. Ricordiamoci chi siamo. E agiamo!

Solo una coscienza viva può cambiare il mondo. Solo un’umanità riconciliata può salvarsi. E la rivoluzione che serve ora… cominciamo da dentro di noi stessi.